Caivano al bivio. Dopo chiacchiere e passerelle negli anni in cui buona parte della classe politica ha dato il peggio di sé, la città si ritrova all’ennesimo, e forse ultimo, giro di boa. L’ultima spiaggia della speranza prima che cali il buio su una comunità mortificata dagli scioglimenti per mafia e dai mediocri spacciati per fuoriclasse. Caivano è dunque al bivio. Ma stavolta da qui non si scappa. Partiamo con ordine. Da un lato lo schieramento dei politici distinti e distanti dalle logiche che hanno affossato la città negli ultimi anni hanno la possibilità di ripristinare il primato della politica garantendo alla cittadinanza il salto di qualità. Con una visione a lungo periodo legato alla “bonifica” del tessuto sociale e politico ma che al tempo stesso abbia la maturità di ritagliarsi un ruolo non necessariamente da “primadonna” mettendo al servizio della città le migliori energie.
Un percorso obbligato che guardi al futuro della città e che attui una fase di “normalizzazione” necessaria quanto il pane. In parole povere chi finora ha dimostrato consensi, esperienza e capacità non abbia come fine ultimo la candidatura. Metta per un attimo da parte la “candidomania” a tutti i costi a vantaggio di un ragionamento politico che superi le zone d’ombra, le figuracce, le umiliazioni subite dal popolo caivanese. Un vero e proprio movimento a difesa del territorio guidato dalle migliori energie che non hanno stretto accordi coi clan e che si sono sempre distinti per impegno e capacità politica e amministrativa. Un toccasana vero e proprio che si rivolga a chi non vota generando gli anticorpi che in questi anni sono mancati. Ma passiamo dall’altra parte della staccionata. L’alternativa? La conoscete meglio di me. Ovvero attendere l’ultimo giorno antecedente alla presentazione delle liste e candidare tutto e tutti a prescindere dal curriculum, dal passato e dai confini delle rispettive coalizioni col serio rischio di riproporre lo schema che ha portato agli scioglimenti per infiltrazioni. Caivano ha bisogno di altro. Il popolo ha bisogno di altro. Perché per tornare alle urne il popolo ha bisogno di una sana offerta politica e culturale al di là delle chiacchiere utili a riempire l’assenza di visione di governo. Occorre alzare l’asticella della discussione e vedrete che la selezione dei migliori sarà naturale. Parliamoci chiaro. Dopo l’ultimo scioglimento Caivano è tornata a essere una città spenta e martoriata dal peso della mediocrità e della malavita. A tutto ciò occorre il ritorno alle armi. Ma di armi fatte di impegno civico, di proposte politiche e che mettano “paletti” al malaffare e ai legami pericolosi con la camorra. Altrimenti ve lo ribadisco con la morte nel cuore. Caivano non esisterà più.