“In pochi giorni e attraverso poche telefonate sembra sia diventata possibile la Pace: in Ucraina come a Gaza. Non dappertutto però, non in Yemen e in Sudan ad esempio. La pace è sempre una buona notizia, lo sarebbe ancora di più se fosse il frutto di ravvedimento da parte di chi le guerre le ha provocate e non invece dalla voglia di cogliere l’occasione per chiarire che sono cambiate non solo le regole nelle relazioni e nelle stesse istituzioni internazionali nate dopo la seconda guerra mondiale, ma anche e soprattutto per dimostrare che il destino del mondo è racchiuso in poche mani, Trump e Putin non hanno perso tempo ad intendersi. Lo dimostra quanto accaduto nello studio ovale qualche giorno fa.
Il mondo, dopo l’elezione di Trump, è stato catapultato in un’altra dimensione e l’Europa che, come è stato scritto, sembra sia nata e abbia retto solo per volontà degli USA, appare da tempo smarrita, divisa e incapace di reagire. Le forze democratiche appaino disarmate e senza un progetto, tallonate da parole d’ordine e azioni che mettono sotto accusa il modello democratico che abbiamo conosciuto, considerato come un orpello inutile. Siamo alla presenza di un’evoluzione che investe la stessa natura del capitalismo, non solo monopolio della produzione e della finanza, ma del mondo digitale, per controllare e orientare le decisioni e condizionare le politiche degli Stati. E la tecnodestra non solo esalta questo modo di “competere”, ma lo ingloba nella struttura di governo e lo presenta come modello da imitare. Un modello che soppianta quello della globalizzazione proponendone un altro fatto di chiusure nazionalistiche e controllo globale delle libertà che ci chiude nelle nostre case e nelle nostre città. A fronte di questo scenario non si può rimanere inermi, la sfida è quella di ricostruire un mondo dove le parole diritti, redistribuzione, pace, difesa e dignità del lavoro acquistino nuovo significato. In quest’ottica,ha senso rispondere alla “chiamata” per il prossimo 15 marzo in difesa del Vecchio Continente, per ribadirne la centralità ma soprattutto l’unità in un momento difficile. La sinistra, nata per mutare i rapporti di forza è l’assente, da rimettere al centro del campo. E occorre farlo anche partendo dal nostro Paese governato da una destra subalterna al modello Trump-Putin, che ha imparato però ad apparire meno distante dai problemi e dalla persone proprio perché la sinistra si mostra timorosa di pensare il conflitto e di praticarlo.
Sono temi e sfide che interrogano ognuno di noi su come si possa contribuire a costruire un comune terreno di impegno con il Pd e l’insieme delle altre forze progressiste. È necessario farlo a partire dalla nostra Regione avviando quel confronto che oggi manca. La Campania ha problemi seri, anche per le scelte fatte del governo Meloni, che non sembrano essere stati posti momento al centro della discussione. Basti pensare al tema della sanità con le drammatiche emergenze soprattutto per chi non ha risorse per curarsi, alle scelte urbanistiche e di tutela del territorio (pensiamo solo all’ultimo faraonico progetto del Faro), all’ambiente (vedi vicenda della nomina di un commissario per terra dei fuochi), ai problemi dei trasporti, alle vertenze aperte per chiusura di attività produttive. La necessità di considerare come priorità la tutela dei beni comuni richiede che si adottino politiche coerenti e chiare. Le scelte che si stanno operando, ad esempio, sulla gestione delle risorse idriche non sono accettabili. Ricordiamo che sulla gestione pubblica della risorsa acqua si è svolto un referendum che ha segnalato con chiarezza come la pensano i cittadini, occorre dunque bloccare scelte che peseranno per anni e lasciare la possibilità al Consiglio Regionale prossimo e ai Comuni la possibilità di scegliere la strada da intraprendere. Una situazione complessa – alla quale non si può non aggiungere il rischio vulcanico che si sta drammaticamente riproponendo nei campi flegrei . È la discussione sul progetto di sviluppo della Campania, come contributo anche per riflettere sulle condizioni attuali del Mezzogiorno, che occorre costruire con urgenza, promuovendo nelle prossime settimane un viaggio nei problemi della nostra Regione, incontrando Sindaci, esperienze, associazioni, forze sociali. Un progetto che punti a valorizzare e sostenere le potenzialità e le eccellenze presenti nei nostri territori: industria, turismo, centri di ricerca e sistema universitario, beni culturali e ambientali. Occorre lavorare in maniera esattamente opposta rispetto a quanto fino ad ora fatto: rinchiudersi dentro un recinto insufficiente ed estraneo alle esigenze delle persone, quello delle riunioni tra i possibili alleati a sfogliare la margherita sui nomi. La scelta del No al terzo mandato – indipendentemente dalla pronuncia della Corte – se davvero abbiamo interesse a costruire una nuova fase, richiede che si sia in grado di accantonare i comitati elettorali e le logiche correntizie che hanno penalizzato in questi anni la libera partecipazione, il dibattito e la costruzione di percorsi politici aperti. Il Pd in particolare è apparso sordo, non ha cercato il contributo di competenze, del sindacato, di associazioni sui temi che abbiamo indicato e sulla sfida elettorale che ci attende. Ascoltiamo, dunque, queste realtà, costruiamo con loro la nuova prospettiva per la Campania, in particolare con ragazze e ragazzi: facciamo della Campania la REGIONE dei giovani che si riappropriano del loro futuro. Noi, donne e uomini, provenienti da esperienze diverse, siamo interessati unicamente a lavorare per contribuire, in vista del voto, a costruire una prospettiva per la Campania. Vi proponiamo, per riflettere su questi temi, per coinvolgere chi ha voglia di impegnarsi, di convocare assieme un momento pubblico per il 13 marzo con GIANNI CUPERLO alle ore 17,30 al Circolo Artistico Politecnico Pzza Trieste e Trento 48.”
Con questo comunicato i “Democratici per l’Alternativa” raduneranno la sinistra il prossimo 13 marzo a Napoli a Piazza Trieste e Trento. Ospite d’eccezione sarà il deputato del Pd Gianni Cuperlo, storico esponente della sinistra del partito guidato da Elly Schlein. Stando alle ultime indiscrezioni trapelate all’evento parteciperanno Arturo Scotto, Lello Ferrara, Achille Natalizio, Mario Coppeto, Salvatore Vozza e altri esponenti della sinistra napoletana e casertana che figurano fra i promotori della convention. L’obiettivo è ricostruire la componente di sinistra in Campania che durante il governo De Luca è stata messa ai margini della scena politica per motivi che ancora fatichiamo a comprendere. Una mossa che ha condannato il governatore campano a preferire la scelta dei cooptati che hanno popolato la sua cerchia politica in questi anni. A discapito di una nuova classe dirigente capace di offrire nuovo slancio alla sinistra. Risultato? Il Pd ha annullato l’attività politica trasformandosi in un perenne comitato elettorale il cui unico obiettivo è la vittoria delle elezioni o il rafforzamento della rete elettorale del capetto di turno. Una roba da far accapponare la pelle e che ha condannato il partito di Elly Schlein all’irrilevanza. Da qui parte dunque l’iniziativa pro Cuperlo che nell’ottica di unità del centrosinistra promossa dalla segretaria nazionale arriva a Napoli per rimettere in piedi la sinistra in discontinuità col metodo che ha cancellato la politica e forse la sinistra: la fedeltà al capo di turno per questioni di sopravvivenza. Per tutto il resto ci vediamo il prossimo 13 marzo.