Storico amico di Clemente Mastella. Ex sindaco di Cardito. Già candidato alle Regionali con “Noi Campani”. L’attuale segretario provinciale di Napoli di Noi di Centro traccia il punto sugli ultimi avvenimenti politici e si prepara al voto in autunno.
In che modo il centro torna al centro? Deve essere una succursale della sinistra oppure garantire un’autonomia politica al di là delle alleanze?
Il centro in Italia e in Campania non è mai finito. Ci sono centristi in tutti i partiti ma nessun leader li ha mai riuniti in un’unica formazione politica ed ecco perché sono relegati a semplici gregari e incapaci di incidere nelle scelte dei partiti stessi. Allo stesso tempo vediamo come tanti “leaderini” costituiscono il proprio partito personale nel tentativo di contare di più ma senza tuttavia garantire una proposta politica. Ovviamente il mio ragionamento esclude Clemente Mastella in quanto è storicamente legato a una tradizione politica che guarda al centro ma oltre lui non vedo un progetto a lungo termine. Per me il centro ha bisogno di una nuova classe dirigente e di un leader vero che sappia rivolgersi al popolo dei moderati.
Tutti in Campania attendono la decisione della Consulta del prossimo 9 aprile sul terzo mandato di De Luca eppure la politica dovrebbe garantire il salto di qualità preparando la proposta agli elettori. Lei che ne pensa?
Condivido che il silenzio di queste settimane conferma la bassa qualità della classe politica. Del resto questi limiti imposti dalla legge per un sindaco o un governatore allontanano il cittadino dal voto e alimentano l’antipolitica. Per me è il cittadino che decide se il sindaco deve continuare nella sua attività istituzionale oppure deve cedere il passo. E se un politico esercita bene il suo mandato? Dove lo mandiamo? Allora vedi che diventa una contraddizione in termini.
Il M5s impone Fico in Campania con l’avallo di un Pd totalmente subalterno ai grillini nel nome del Campo Largo. Ma al momento Fico resta indigesto a gran parte del centrosinistra mentre De Luca vuole candidarsi nonostante tutto e tutti. Occorre il nome di superamento per riunire il centrosinistra campano?
Ti darò una risposta da democristiano puro. Io guardo ai fatti concreti, alla realtà. Io voglio capire chi sarà il presidente candidato, quali saranno i programmi al di là dei nomi e dei titoli a effetto.
Veniamo ai fatti di casa nostra. Napoli Nord negli ultimi 5 anni non ha avuto alcuna rappresentanza in consiglio regionale. È stata una bocciatura della classe politica di questi territori?
Io ho fatto il primo in Noi Campani alle ultime elezioni regionali ma per la prima volta nella storia in una lista di circa 35mila voti in provincia di Napoli non scatta il seggio per un mero meccanismo elettorale sul quale ci sarebbe tanto da dire. Ma non voglio annoiare i lettori con lunghi tecnicismi. A conferma di questo meccanismo dell’attuale legge elettorale in consiglio regionale siedono consiglieri che hanno preso meno voti di me benché eletti nella circoscrizione napoletana. E mi fermo qui. Sicuramente si è persa una grande occasione perché avrei rappresentato un’area di circa 500mila abitanti insieme alla mia rete elettorale e ai miei compagni di viaggio come i fratelli Sannino e l’assessore regionale Casucci. Ecco perché prima di ricandidarmi voglio vederci chiaro anche perché, lasciami passare il termine, la mia età non mi permette più di fare salti nel buio.
Domanda eternamente amara. Il popolo non vota più. Alle ultime Europee un elettore su due è rimasto a casa mentre al Sud addirittura si è recato alle urne poco più del 37%. Il dato è schiacciante. Tolti gli addetti ai lavori al voto non ci va più nessuno. Secondo lei qual è la ricetta che la politica deve mettere in campo per far tornare il cittadino alle urne?
I cittadini oramai decidono pochissimo. Non eleggono più i parlamentari perché i pochi leader nazionali si riuniscono e decidono il 95% degli eletti. Alla Città Metropolitana (la vecchia Provincia) l’elezione di secondo livello permette a sindaci e consiglieri comunali di votarsi fra di loro senza che il cittadino venga minimamente coinvolto. Ma di cosa parliamo? A questo aggiungi le limitazioni che ho descritto prima vedrai che il cittadino è totalmente escluso dai processi decisionali della politica. Per me il politico deve occuparsi della vita pubblica con onestà e assoluto rigore altrimenti lancia il messaggio per cui vota solo chi ottiene qualche beneficio personale. A discapito di chi se non ottiene nulla resta a casa.