Il giorno della sentenza della Corte Costituzionale sul fatidico terzo mandato si avvicina sempre più. A tal punto che il governatore De Luca si lascia andare a parole che non lasciano spazio a interpretazioni: “Come aspetto il 9 aprile? Penso di fare quello che faccio: lavorare. Poi il 5 aprile è anche San Vincenzo, facciamo una lunga settimana di festa. Invidio Zaia, che sta per finire il terzo mandato – ha spiegato De Luca incalzato dai giornalisti – che sta lavorando in un clima di tranquillità evangelica e perché viene rispettato. Il Governo non ha fatto nulla per il Piemonte, per il Veneto, ma per la Campania sì ed è vergognoso che un partito di opposizione di fronte al calpestamento del principio che la legge è uguale per tutti non dica una parola: miserabili. E’ l’ennesima prova di ipocrisia di un gruppo dirigente che è arte povera. A Roma sono i nemici della Campania e del Sud e riconfermo che decideremo a Napoli e non a Roma il futuro della Campania, se lo mettano in testa”.

Il governatore campano ne ha per tutti: “Io sono destinatario da due anni di una campagna di aggressione personale da parte di imbecilli del centrosinistra che sono autentiche nullità. Nei Paesi normali questo non succede, ma nemmeno in Italia perchè non c’è un altro presidente di Regione che ha avuto per ragioni correntizie questa aggressione. Io che ho vinto le elezioni a Napoli, quando a Napoli il Pd aveva il 12 per cento e nessuno ha detto grazie ma almeno che non ci dessero fastidio quando lavoriamo”. E in calzato sul Camp Largo l’ex sindaco di Salerno risponde così: “Il Campo Largo? Io polemizzo perchè questa espressione è il simbolo della stupidità politica e della totale lontananza dei gruppi dirigenti dalle persone di carne e ossa che parlano di coalizione, di alleanze, di centrodestra e centrosinistra. La Meloni si afferma spesso non per quello che dice ma perché almeno parla come mangia, a volte mangia male ma almeno si capisce come parla. Altri esponenti di forze politiche non si capisce quello che dicono”.