Volto storico della sinistra napoletana. Ex sindaco di Melito. Ex consigliere e assessore all’ex Provincia con Dino Di Palma Presidente. Ex Assessore al Patrimonio al Comune di Napoli nella prima giunta De Magistris. Bernardino Tuccillo che in questa intervista offre un tracciato politico per la sinistra del futuro. E non solo. Con la solita schiettezza di sempre.
Partiamo da Melito, sua città natale. Un intero popolo è stato mortificato dall’ennesimo terremoto politico-giudiziario che l’ha allontanato dalla vita pubblica. Nel frattempo in città è calato il silenzio e le forze politiche non hanno promosso nessuna iniziativa di respiro pubblico legata a coinvolgere la cittadinanza su temi centrali per la città. Dunque da dove si riparte?
L’ennesimo terremoto politico-giudiziario melitese mi ha ovviamente molto turbato, al di là dell’iter giudiziario ( tra pochi giorni vi sarà l’Appello della Procura alle Sentenze di primo grado) dagli atti emerge un quadro trasversale tutt’altro che rassicurante ed edificante. Da qui il silenzio generale, pessimo segnale per il futuro, certamente bisognerebbe ripartire da un rinnovato spirito civico e dalla volontà dei cittadini di riprendersi le Istituzioni, sottraendole al discredito che le ha investite negli ultimi due decenni ed ha generato, tra l’ altro, la desertificazione della città ed il suo progressivo desolante degrado, il dissesto finanziario, il collasso del sistema delle partecipate, l’ emarginazione dalla vita pubblica delle migliori risorse civiche.
Lei è stato sindaco in una fase caratterizzata dal dominio delle organizzazioni criminali a nord di Napoli. Su tutti il clan Di Lauro, a tal punto che una storica inchiesta della Dda di Napoli descrisse Melito come la “Chicago degli anni 30”. Ci può raccontare quell’esperienza? In quale contesto si ritrovò a governare la città?
Brevemente sulla mia esperienza amministrativa a Melito: sono stato l’ unico sindaco eletto direttamente dai cittadini a concludere il mandato, nei miei 4 anni di governo della città vi è stata una concentrazione di opere pubbliche ed iniziative rarissimamente viste prima e mai dopo: il rifacimento di 2 lotti dei marciapiedi, il completamento del Serbatoio pensile ( il cosiddetto Fungo) che ha permesso l’ approvvigionamento idrico nelle periferie, l’ inaugurazione della biblioteca comunale e della villetta comunale, l’avvio della Stagione Teatrale nel Cinema Barone, la promozione costante della cultura e dello Sport, il bilancio comunale in avanzo di amministrazione. Purtroppo non mancarono le intimidazioni da parte della camorra al punto che il Prefetto e il Questore di Napoli mi assegnarono la tutela della scorta.
Qualche settimana fa Gianni Cuperlo, storico deputato Pd e punto di riferimento della sinistra interna al partito, è intervenuto in un convegno a Napoli al quale hanno partecipato molti esponenti della sinistra napoletana messa all’angolo da De Luca. In molti hanno letto l’iniziativa come un chiaro tentativo di discontinuità delle politiche del Pd degli ultimi anni. Lei come valuta questa inversione di rotta inaugurata da Elly Schlein?
L’ iniziativa di Cuperlo ( dirigente politico, mio coetaneo) di cui ho grande stima mi è parsa interessante, mi auguro solo che serva da impulso ad un autentico rinnovamento della classe dirigente di quel partito, di cui si avverte la stringente necessità soprattutto nell’Area a Nord di Napoli. Le faccio qualche esempio: il secondo scioglimento per camorra del Comune di Melito ( il primo scioglimento nel 2005, in cui la città fu descritta dalla Dda, nel periodo della campagna elettorale del 2003, come una sorta di ” Chicago degli anni 30″ e in cui fui parte lesa, ebbene quel primo scioglimento evidentemente non è servito da lezione. Da aggiungere i ripetuti scioglimenti per permeabilità agli interessi dei clan delle Amministrazioni comunali di Giugliano, Marano( dove si sono di nuovo da poco insediate le Commissioni d’ accesso), di Villaricca, Casandrino, Arzano. Insomma, uno sconcertante buco nero.
Perfino Renzi e Conte hanno abbassato le armi della contesa nel nome dell’unità del centrosinistra. Per lei l’alleanza anti Meloni è replicabile sui territori? E con quali valori politici e culturali?
Il Campo Largo deve assolutamente essere replicabile sui territori, c’ è bisogno che i partiti della coalizione tornino però ad una politica degna di tale definizione.
I suoi detrattori sostengono che lei abitando a Napoli da più di 20 anni si sia allontanato da Melito salvo poi ritornare in prossimità delle elezioni amministrative. Cosa vuol rispondere a queste insinuazioni?
Il mio allontanamento da Melito è solo un pretesto dei miei avversari, che non hanno altri motivi di critica da avanzare nei miei confronti. Vivo a Napoli, ad appena 7 Km di distanza dal mio “borgo natio”, credo che le mie continue esperienze amministrative su un piano sovracomunale rappresentino al contrario un considerevole valore aggiunto, in termini di esistenza e competenze acquisite. Occorre però ripartire dal basso, dalla comunità melitese, gli obiettivi dovrebbero riguardare la formazione di una classe dirigente diffusa ( è terminato il periodo dell’uomo solo al comando) e la definizione di un progetto di città condiviso, che ridia una prospettiva di riscatto civile , sociale, culturale ad una comunità che appare oggi in evidente sofferenza.